E’ fatto acquisito che qualsiasi
regola o sistema di produrre previsioni per il gioco del Lotto, per
quanto ottimale possa dimostrarsi, non ha la prerogativa di ritenersi
un punto di arrivo, ovvero sia la “chiave” che svela inconfutabilmente
l’algoritmo che tesse la lunga trama della successione dei numeri
estratti.
In cuor suo lo studioso serio ed attento, di fronte a questa barriera,
cova tuttavia, l’antico sogno che grazie ad una profonda ricerca
un giorno potrà definitivamente mettere tutti i tasselli a
posto.
E tutto ciò, con il succedersi di nuove scoperte, arricchisce
la conoscenza dei meccanismi che regolano il fascinoso congegno del
gioco del Lotto.
Affiorano così nuove sorprendenti verità, anche quelle
che rivalutano con diverse prospettive vecchie cabale, perché
recenti segnali di legami numerici previsti solo oggi, mediante anche
l’ausilio dei computers, evidenziano interpretazioni più
esatte di regole, altrimenti confuse nel passato dall’ignoranza,
dalla superstizione e dal riserbo dei “dotti” dell’epoca
ai quali conveniva confondere e speculare, anzichè divulgare.
Nello stesso tempo si allarga sempre di più a macchia d’olio
la “geografia” dei “metodi infallibili” anche
perché, non di rado in buona fede, diversi studiosi alla luce
di confortanti risultati ritengono di avere raggiunto il traguardo
a lungo inseguito.
E’ certo invece la “pietra filosofale”, cioè
la formula magica che ricaverebbe dal volgare metallo l’oro,
finora alcun per quanto bravo, l'ha ricavata.
Come dunque la situazione?
Non è nostra intenzione imporre concetti esclusivi, anche perché
sarebbe poco corretto nei confronti di tanti valenti studiosi dei
quali non solo rispettiamo le opinioni, ma addirittura facciamo tuttora
tesoro di alcuni validissimi insegnamenti.
Vogliamo invece offrire ai navigatori qualcosa di utile che abbiamo
appreso mediante l’esperienza di anni di appassionato studio
e ricerca.
Altrove abbiamo scritto insistendo
che i vari indirizzi che formano lo studio del Lotto
(probabilità, statistica, ciclometria, cabale, ecc…)
non conducono, seppure con i loro contrasti, a delle regole o metodi,
ma costituiscono di per sè una “metodologia”, un
modo di ricerca a sistemare il lavoro.
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